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Investimento in innovazione tecnologica e internazionalizzazione: le PMI italiane che crescono secondo l’istituto Oxford

11.11.2013

Il 59% delle PMI in Italia sta trasformando il proprio business per competere su scala globale. La tecnologia come fattore abilitante: l’adozione di soluzioni di business analytics aumenterà del 50% nei prossimi tre anni

Oggi le Piccole e Medie Imprese di successo, che in Italia e nel resto del mondo continuano a crescere, sono quelle che pensano e agiscono su scala globale, affrontando nuovi mercati ed entrando in competizione anche con aziende più grandi e organizzate. Si tratta di imprese che stanno creando una cultura dell’innovazione, investendo in modo significativo in tecnologia per evolvere il proprio business, al fine di migliorare i processi e incrementare flessibilità e velocità nel rispondere alle opportunità del mercato. Questo quanto emerso da una ricerca condotta dall’Istituto Oxford Economics e commissionato da SAP su 2.100 CIO e decisori IT di PMI operanti in tutti i principali settori, con un fatturato annuo compreso tra i 20 e i 750 milioni di dollari, in 21 Paesi del mondo.

"Anche in Italia, le PMI si trovano oggi a operare in un ambiente di business nuovo e complesso: come le grandi aziende multinazionali, devono affrontare problematiche legate alla sempre maggiore globalizzazione, alla forte competizione locale e internazionale, a nuove tipologie di clienti più informati ed esigenti e a tecnologie che evolvono rapidamente, rendendo obsoleti i tradizionali paradigmi e modelli di business", ha dichiarato Massimiliano Ortalli, General Business Director – E&C Organization di SAP Italia. "Per far fronte a queste sfide e rimanere competitive sul mercato, le piccole e medie imprese si stanno trasformando radicalmente: il 59% delle PMI italiane ha completato, o è in procinto di completare, un processo rilevante di trasformazione del proprio business. E sempre più spesso questo è possibile scommettendo sulla tecnologia. Un segno che le PMI in Italia hanno compreso la necessità di doversi adattare a un mercato sempre più globale e conoscono le modalità per affrontare tale sfida".

Secondo i risultati della ricerca, infatti, il 59% delle piccole e medie imprese italiane , in linea con il resto d’Europa, sta evolvendo i propri modelli di business, l’offerta di prodotti e le strategie di go-to-market per rimanere al passo con i nuovi scenari di mercato. In questo contesto, il 55% delle PMI in Italia sta avviando nuove collaborazioni con fornitori e partner di altri Paesi, dimostrando la propria propensione e volontà a muoversi ed espandersi a livello internazionale: non a caso, nel 32% dei casi l’espansione del business su scala globale è considerata un fattore altamente strategico per la competitività e la crescita. Nello scenario attuale, solo il 14% delle PMI del nostro Paese (contro il 21% a livello europeo) non genera ricavi al di fuori dell’Italia, dato destinato a scendere all’8% nei prossimi 3 anni (contro il 15% previsto in Europa). Inoltre, circa un terzo (31%) delle imprese italiane prevede che nei prossimi 3 anni tra il 21% e il 40% dei propri ricavi sarà generato su scala globale, contro il 24% odierno.

Oltre all’espansione su scala globale, l’ampliamento del portfolio di prodotti e servizi è considerato un fattore strategico per la crescita del business dal 30% delle imprese in Italia, pur risultando meno prioritario rispetto a quanto riscontrato in Europa (48%).

Tuttavia, agli occhi delle PMI italiane ciò che più di tutto può contribuire al successo e alla crescita in un contesto di competizione globale è l’innovazione, quale strumento per il raggiungimento dell’efficienza e il contenimento dei costi (per il 46% delle aziende, rispetto al 49% a livello europeo). In questo contesto, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. A fronte di un 47% che dichiara di investire in innovazione tecnologica solo quando esiste un chiaro ritorno sugli investimenti (ROI), entro i prossimi 3 anni le PMI italiane prevedono un incremento consistente nell’utilizzo della tecnologia a servizio del business.
In particolare, le soluzioni di business analytics ricevono le previsioni di crescita maggiore, passando dal 32% al 48% di utilizzo. Crescerà del 36% anche l’uso dei social media, utilizzati oggi dal 28% delle PMI, così come sperimenterà un incremento l’adozione di soluzioni cloud, sfruttate oggi dal 33% delle imprese e destinate a salire al 44% (con una crescita del 33%). Infine, ad aumentare sarà anche l’uso di tecnologie oggi già ampiamente presenti all’interno delle PMI come i software gestionali, utilizzati nel 47% dei casi e per i quali è prevista una crescita del 17%, e il mobile, che passerà dal 45% odierno al 48% nei prossimi tre anni.

Pur con un evidente slancio positivo verso il futuro, che le rende fiduciose di avere gli strumenti per competere su scala globale, per il 45% delle PMI italiane l’incertezza economica legata al particolare momento storico in cui si trovano a operare costituisce un forte elemento di apprensione, registrando un livello molto superiore alla media europea (30%) e mondiale (32%). A seguire, anche i costi del lavoro in costante crescita (31%) e il livello di competizione globale sempre più alto (26%) rappresentano ulteriori fattori di indeterminatezza fortemente sentiti dalle imprese in Italia



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